Cari amici, propongo di chiamare così il Natale di quest’anno: “Il Natale di Yasmine”. Il riferimento è al natale, o meglio al secondo natale, alla seconda nascita di questa bambina di undici anni, originaria della Sierra Leone, la quale è stata salvata dalle acque del Mediterraneo l’11 dicembre scorso. Come Mosé salvato dalle acque, come Gesù salvato dalla furia omicida di Erode, anche lei ha trovato un orecchio attento e una mano salvatrice. Non conosco altri “Natali” se non questi, che possono farci vivere le Feste dei prossimi giorni con un minimo, o un massimo, di significato. Il resto lasciamolo ai distratti, a chi ha spento il proprio cuore, oltre che la propria intelligenza. Tutti corriamo il pericolo, e, talora, la tentazione, dell’indifferenza o della rassegnazione. Perché non è facile convivere con il male e nello stesso tempo lottare contro di esso. Tuttavia, non sappiamo che in questa lotta, ricominciata ogni giorno, si gioca la nostra vita e quella dell’umanità stessa? Papa Francesco ha invitato recentemente a “…spargere i semi di un futuro di speranza per il nostro mondo stanco della guerra” (7.12.2024)
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